Dalla enciclopedia Treccani: la famiglia è una “comunità umana, diversamente caratterizzata nelle varie situazioni storiche e geografiche, ma in genere formata da persone legate fra loro da un rapporto di convivenza, di parentela, di affinità, che costituisce l’elemento fondamentale di ogni società, essendo essa finalizzata, nei suoi processi e nelle sue relazioni, alla perpetuazione della specie mediante la riproduzione… Sotto l’aspetto antropologico e sociologico, la famiglia si definisce come gruppo sociale caratterizzato dalla residenza comune, dalla cooperazione economica, e dalla riproduzione: f. nucleare (o elementare)…”.
Il modello di famiglia nel tempo si è allargato ad altri modelli presi in considerazione sia a livello culturale che giuridico e sono: famiglia di fatto non fondata sul matrimonio ma per la quale è comunque possibile individuare un carattere di stabilità e di serietà d’intenti; le famiglie omoaffettive, ovvero due persone dello stesso sesso che possono convivere o contrarre una unione civile; le famiglie allargate/comunità familiari, quelle che prevedono la presenza di vari tipi di parenti, figli della coppia e quelli avuti da precedenti relazioni o arrivati dagli effetti dei cambiamenti strutturali e dei percorsi relazionali degli individui.
Questa naturale premessa è importante per capire in che ambito ci troviamo nel momento in cui andiamo a definire il ciclo di vita della famiglia, che in realtà dovrebbe chiamarsi ciclo di vita dell’essere umano in quanto, ciò di cui ci occupiamo, è funzionale allo sviluppo del ben-essere individuale e della comprensione dei processi che portano l’individuo allo sviluppo della sua massima consapevolezza, ovvero la sua evoluzione spirituale.
Dunque la famiglia è un sistema umano e sarà soggetta alle norme, agli aspetti e alle caratteristiche della vita dei sistemi, le cui interazioni avranno effetti determinanti nel processo di costruzione della personalità del singolo individuo che sugli altri elementi.
Il ciclo vitale quindi rappresenta i passaggi che l’essere umano attraversa durante le sue fasi evolutive che, secondo il punto di osservazione che si utilizza, può avere sfumature differenti anche se tutte orientate a permettere di vedere in maniera chiara il cammino che egli fa.
Così come l’individuo percepisce dei cambiamenti nel passaggio di fasi del proprio ciclo vitale, anche i sistemi familiari sono soggetti a continue modificazioni nel corso del tempo. In queste fasi avvengono quelli che generalmente sono chiamati “momenti critici” relativi, di solito, all’entrata o all’uscita di un membro dalla famiglia, innescando così un processo riorganizzativo di struttura e relazioni.
Non sarà facile per la famiglia adattarsi ai continui movimenti trasformativi (dati dai bisogni di tutti) e nel contempo mantenere una propria stabilità.
Il ciclo vitale individuale di una persona e quello della famiglia di riferimento sono interdipendenti. Nella famiglia tradizionale occidentale moderna è possibile individuare 5 stadi fondamentali (momenti critici) e i relativi compiti evolutivi:
– La formazione della coppia: consolidamento identità di coppia; ridefinizione relazioni con famiglia estesa e amici; indipendenza emotiva dalla famiglia d’origine.
– La famiglia con bambini: responsabilità genitoriali; ridefinizione relazione di coppia.
– La famiglia con adolescenti o “trampolino di lancio”: cambiamenti relazionali genitori-figli; gestione del conflitto e dell’indipendenza dei figli.
– La famiglia dopo che i figli sono usciti di casa o “nido vuoto”: allontanamento dei figli; ingresso nuore, generi, nipoti; adattamento livello di autonomia dei figli; ridefinizione relazione di coppia dei genitori.
– La famiglia nell’età anziana: mantenimento propri interessi; avvicinamento ai figli; assunzione ruolo di nonni.
Questo tipo di suddivisione risente di eventi critici più o meno prevedibili che in ogni caso mettono costantemente alla prova una famiglia. Possono accadere eventi e situazioni che comportano ridefinizioni e assestamenti come la separazione o il divorzio che comportando l’uscita di un membro dalla famiglia sfociando in famiglie divise o ricostituite con nuovi compagni e vari altri adattamenti, che provocano un profondo squilibrio familiare. Possono verificarsi altri eventi come lutti, perdita o cambiamento di lavoro, traslochi, malattie, problemi legali o economici, conflitti con familiari acquisiti ecc. che incidono con diverso peso sull’equilibrio familiare.
Secondo il modello di ciclo di vita di E. Carter e M. McGoldrick, ripartito in sei stadi, all’interno di essi, tre o quattro generazioni diverse si modificano contemporaneamente e si adattano ai passaggi del ciclo di vita. Il processo di sviluppo si svolge su due assi:
- l’asse verticale che riguarda la trasmissione di modelli di relazione e di funzionamento da una generazione all’altra;
- l’asse orizzontale che indica momenti di tensione e di crisi relativi alla presenza di eventi normativi più prevedibili o meno prevedibili perché inattesi. Le fasi del ciclo vitale sono scandite da eventi critici e concepiscono la crisi non come negativa, ma costruttiva e connessa al cambiamento.
La capacità della famiglia di cambiare, di adattarsi ed il buon adempimento di un compito evolutivo, tramite anche la rielaborazione a modelli interattivi nuovi, distinguono la famiglia “normale” da quella “patologica”.
1) Stadio della costituzione della coppia: è la fase in cui si deve fondare saldamente un’identità di coppia attraverso la definizione dei confini del nuovo sistema coniugale e la ridefinizione delle relazioni con la famiglia estesa. Il momento centrale di questa fase è il matrimonio. Questa fase risulta impegnativa anche per le famiglie d’origine le quali si trovano nella situazione di dover accettare, come proprio membro, un estraneo; questo comporta un improvviso allargamento dei confini e un mutamento di status per tutti i membri del sistema.
2) Stadio della famiglia con bambini: la nascita del primo figlio mostra in maniera visibile l’unione tra i coniugi e attribuisce loro un carattere di irreversibilità in quanto il ruolo genitoriale diventa irrevocabile. Grazie alla nascita del figlio i due coniugi sono meno centrati su sé stessi e più preoccupati per la crescita del bambino. Tra gli aspetti negativi i genitori vivono le richieste fisiche di cura del bambino, l’aumento dei conflitti nella relazione di coppia, i coinvolgimenti emotivi e le limitazioni riguardanti la vita sociale, il tempo libero, le amicizie e la carriera professionale che esso comporta.
3) Stadio della famiglia con adolescenti: in questa fase la situazione critica il periodo adolescenziale dei figli mette a dura prova le capacità organizzative del sistema familiare. C’è bisogno di un aumento della flessibilità relazionale per gestire le “entrate” e le “uscite” dei membri, in particolare per consentire il distacco progressivo e l’autonomia crescente dei figli insieme ad una ridefinizione delle relazioni e delle forme dell’attaccamento e della cura.
4) Stadio della famiglia trampolino di lancio: è una fase caratterizzata dallo svincolo e dall’allontanamento dei figli. Anche in questo stadio è presente un ulteriore aumento della flessibilità familiare per far fronte all’uscita dei figli e all’entrata di persone nuove come i generi, le nuore e i nipoti. I figli giovani adulti si devono staccare dai loro genitori; i genitori, a loro volta, si devono separare dai figli e si devono preparare al distacco dai propri genitori, ormai anziani; i genitori anziani, infine, si staccano definitivamente dal ruolo attivo e da dirette responsabilità nei confronti della società. In questa fase il compito comune di ciascuna delle tre generazioni è quello di progredire verso una sempre maggiore differenziazione e una più profonda individuazione.
5) Stadio della famiglia anziana: questa fase è contraddistinta da situazioni particolari come il pensionamento, la malattia o la morte dei coniugi. Viene richiesto un reinvestimento profondo dei genitori nella coppia e un riavvicinamento dei figli alla famiglia di origine per fornire cure e supporto emotivo.
Oltre a queste cinque fasi, l’esperienza della separazione e del divorzio modificherebbero il normale trasformarsi del ciclo vitale della famiglia e dal momento della separazione della famiglia che si ricostituisce eventualmente con un nuovo nucleo, da parte di uno o entrambi i coniugi, vengono a crearsi nuovi stadi del ciclo vitale che devono essere affrontati per ripristinare l’equilibrio e consentire l’evoluzione del sistema familiare.
Gli autori si sono focalizzati su tre stadi supplementari:
1) Stadio della pianificazione e attuazione del divorzio. È una fase suddivisa in quattro momenti:
A) Fase della presa di decisione di separarsi.
B) Fase della pianificazione dello scioglimento del sistema.
C) Fase della separazione.
D) Fase del divorzio.
2) Stadio del “post-divorzio”.
È la fase che fa riferimento ai nuclei mono genitoriali. Per il genitore affidatario implica un atteggiamento flessibile e l’impegno a non impedire la frequentazione e la funzione genitoriale dell’ex-coniuge e dei suoi familiari, oltre a ricrearsi una propria rete sociale.
3) Stadio della formazione della famiglia ricostituita.
A) Fase dell’inizio di una nuova relazione.
B) Fase di concettualizzazione e pianificazione del nuovo matrimonio e di una nuova famiglia.
C) Fase del “ri-matrimonio” e della ricostituzione di un nuovo nucleo.
Per Eugenia Scabini “La famiglia è sede di un capitale primario perché in essa le persone mettono in gioco, si scambiano, non qualche aspetto di sé, come capita all’interno dei ruoli sociali”. Non è sicuramente un percorso facile, ma questo può essere fattibile solo grazie a quel patto-legame tra uomo e donna specifico, socialmente riconosciuto, che deve costantemente alimentarsi da quegli affetti e legami che dissetano quotidianamente la vita delle nostre famiglie e che, legati da una profonda memoria storica, sono presenti trasversalmente in ogni stadio di vita.
Autore
Antonio Sanna, psicologo e psicoterapeuta, specializzazione in terapia sistemico relazionale, facilitatore PSYCH-K, Formatore del Metodo Summa Aurea®
Bibliografia
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– Maurizio Andolfi, “La terapia con la famiglia”. Roma: casa editrice Astrolabio, 1977