Quali sono le cause dei disturbi alimentari nei giovani?
Le cause possono essere molteplici: il disturbo alimentare può essere un modo per esprimere un disagio causato da rapporti familiari tesi oppure da eventi traumatici o, anche, dalla pressione sociale dei propri coetanei (ad esempio come conseguenza di episodi di bullismo). In ogni caso, i disturbi del comportamento alimentare esprimono difficoltà della persona nelle relazioni affettivamente significative. Può essere del tutto improprio (e può causare gravi danni) cercare di curare questo tipo di problemi soltanto attraverso le diete o il ricorso al nutrizionista. Questo anche perché è controproducente trattare una rigidità psicologica e comportamentale introducendo un ulteriore elemento di rigidità e di sacrificio, come spesso è una dieta.
La presenza di problematiche con il cibo in adolescenza non significa automaticamente che sia presente un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare. In altre parole, il comportamento con il cibo potrebbe rappresentare soprattutto la via per esprimere sintomatologicamente una difficoltà nel vivere il conflitto psicologico più importante dell’adolescenza: quello tra il bisogno di dipendenza e il desiderio di autonomia.
I principali disturbi alimentari più diffusi sono: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata – binge eating.
- I comportamenti anoressici esprimono in genere un valore estremo attribuito alla magrezza, che può derivare dal fatto di essere effettivamente in sovrappeso e sentirsi sgradevoli e dalla paura di peggiorare in futuro. Il disturbo ha una grande prevalenza tra le ragazze, ma è da molto tempo in crescita anche tra i ragazzi. L’anoressia esprime un desiderio di perfezione o di indipendenza totale dall’esterno (controllare la necessità di cibo), ed è possibile che si manifesti in persone che durante l’infanzia si siano sentite abbandonate, magari per una semplice difficoltà nel manifestare i propri bisogni o perché effettivamente alcune dinamiche familiari hanno provocato una sensazione di distacco o di vera e propria ostilità emotiva. Per questo il comportamento anoressico diventa un modo di ribellarsi e di stabilire in qualche modo la propria autonomia ed indipendenza in modo da evitare di sentirsi feriti.
Una versione “maschile” dell’anoressia è invece la bigoressia, cioè il desiderio esasperato di sviluppare masse muscolari voluminose ed armoniose. La bigoressia può avere cause del tutto simili a quelle dell’anoressia (desiderio di controllo e perfezione, pressioni esterne, etc.). La bigoressia porta il ragazzo a impiegare molte ore in allenamenti intensi e spesso massacranti, trascurando quasi tutto il resto. È anche sviluppata una forte ossessione per il giusto apporto di nutrienti ogni giorno ed è frequente l’abuso di integratori. Sebbene possa sembrare una versione più salutista e meno pericolosa, la bigoressia provoca una notevole sofferenza psicologica. I risultati raggiunti, infatti, non sono mai abbastanza ( ci si vede sempre troppo magri o troppo poco muscolosi) e non mancano i casi di conseguenze gravi causate dall’assunzione di sostanze pericolose come gli ormoni anabolizzanti. - I comportamenti bulimici, al contrario, incarnano una spinta irrefrenabile e ossessiva verso il cibo, accompagnata da forme di ansietà aggravate da voglie e desideri mai soddisfatti che travolgono un controllo spesso esercitato ossessivamente. Se l’anoressico esercita il suo rigido controllo sul cibo per sopire emozioni inespresse, il bulimico invece fa l’opposto. Scarica sul cibo un bisogno di attenzione ed affetto, effettuando una richiesta di aiuto che non può essere ascoltata.
- La caratteristica principale del disturbo da binge eating (o disturbo da alimentazione incontrollata), come riportato dall’ultima e più recente versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5), sono i ricorrenti episodi di abbuffata, che devono verificarsi mediamente almeno una volta a settimana per 3 mesi. Un “episodio di abbuffata” nel disturbo da binge eating è definito come “mangiare in un determinato periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili”. Un episodio di eccessivo consumo di cibo da binge eating deve essere accompagnato dalla sensazione di perdere il controllo per essere considerato un episodio di abbuffata. Questi episodi di abbuffata devono essere caratterizzati da un marcato disagio. Inoltre queste abbuffate nel binge eating sono caratterizzate dai seguenti aspetti:
- mangiare molto più rapidamente del normale
- mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni
- mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci si sente affamati
- mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando
- sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio
Nel binge eating la gravità viene valutata in base alla frequenza degli episodi di abbuffata:
- lieve se sono presenti 1-3 episodi di abbuffata a settimana
- moderata se sono presenti da 4 a 7 episodi di abbuffata a settimana
- grave se sono presenti da 8 a 13 episodi di abbuffata a settimana
- estrema se sono presenti 14 o più episodi di abbuffata a settimana
Il disturbo da binge eating si verifica in individui normopeso/sovrappeso e obesi. Nel binge eating le abbuffate non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione come vomito o purghe; chi ne è affetto da molto tempo o in maniera grave è inevitabile che vada incontro a sovrappeso o a obesità. Al di là del disagio psichico al quale va incontro la persona affetta da binge eating, la condizione di obesità o sovrappeso al quale può andare incontro comporterà anche disturbi di tipo cardiologici, respiratori, etc. tipici dell’obesità.
L’ Adolescenza è un periodo di maturazione e di profonda ristrutturazione sia fisica sia mentale.
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