È importante considerare lo sviluppo motorio del bambino perché è specchio dello sviluppo del sistema nervoso centrale. Attraverso l’acquisizione di schemi motori via via più complessi, il bambino supera i riflessi arcaici (attività ripetitive, stereotipate in risposta ad uno stimolo) fondamentali nei primi mesi per la sopravvivenza.
Altro aspetto importante è che il 10% dello sviluppo del bambino è determinato dalla sua natura genetica, mentre il 90% è condizionato da:
- l’esperienza
- l’educazione
- l’ambiente
Per questo il contesto famigliare e gli stimoli che il bambino riceve sono fondamentali. I genitori hanno un ruolo importante e possono fare molto per condizionare positivamente le potenzialità del proprio figlio. Essere informati sul come permette di avere strumenti utili da mettere in atto quanto prima.
Se ci sono dei ritardi nello sviluppo, è bene individuarli precocemente, nei primi tre mesi di vita per poter intervenire tempestivamente, con una valutazione medica e a seguire una stimolazione appropriata con una corretta frequenza per sfruttare la finestra di maggior apprendimento neuropsicomotorio dei primi anni di vita.
Neonato da 0 a 6 settimane
Supino: il neonato si muove con tutto il corpo con movimenti disarmonici, “sgambettio ologenetico”. Presenta riflessi tonici primari e fondamentali come il riflesso di Moro, il riflesso tonico asimmetrico del collo, la prensione con le mani, reazioni a degli stimoli di paura, tremori, inarcamento del tronco, irrigidimento degli arti inferiori. Tutti i riflessi fondamentali sono importanti nella primissima parte della vita del bambino e tendono a dissolversi a partire dalla 6° settimana per scomparire entro il 2° mese di vita.
Tummy time o postura prona: il bambino mostra un atteggiamento di quasi completo abbandono sul piano d’appoggio; apparentemente non c’è nessuna evidente reazione d’appoggio. Le braccia sono addotte, flesse, molto vicine al corpo, non c’è appoggio sugli avambracci.
È importante stimolare il bambino in posizione prona mediamente per 10 minuti al giorno (suddivisi per esempio in 1 minuto di tummy time per 10 volte al giorno) per favorire lo sviluppo dei muscoli estensori ed il controllo del capo, per limitare i tempi di appoggio della testa sul cuscino in posizione supina e prevenire le plagiocefalie posizionali. A tale proposito le posture andrebbero cambiate frequentemente, ogni 15 minuti, onde evitare compressioni prolungate su certi distretti che, essendo ancora poco strutturati e più cartilaginei, possono subire deformità.
Come prendere in braccio il bambino da supino?
È opportuno farlo rotolare a pancia in giù sulla nostra mano e poi alzarlo, non sollevarlo da supino come normalmente avviene. Favorire la posizione prona e sul fianco visto che passerà gran parte del tempo supino. Non tenerlo sempre sullo stesso braccio ma alternarli soprattutto se viene allattato col biberon.
Attenzione inoltre agli stimoli (luci, rumori, voci, suoni) che non devono provenire sempre dallo stesso lato: un bambino posizionato sempre nella stessa direzione che vede sempre una luce da destra tenderà a girare il capo verso destra e questo può creare un vizio posturale, con l’insorgenza di contratture che condizionano poi lo sviluppo simmetrico della muscolatura del capo e del collo.
Durante il giorno sarebbe meglio lasciare il bambino libero su una superficie orizzontale, senza costrizioni, su un tappeto libero di muoversi e di esplorare lo spazio circostante.
Bambino dopo le 6 settimane
Supino: i general movements degli arti vengono gradualmente superati da movimenti volontari. A tre mesi il bambino porta le mani in bocca e conosce così la sua linea mediana e porta le gambe flesse a 90° o più sul bacino.
Tummy time: al secondo mese andrebbe stimolato per 20 minuti al giorno (suddiviso per esempio per 2 minuti per 10 volte al giorno). Il bambino riesce a sollevare la testa da terra e migliora il controllo della testa e del collo. Si appoggia sulle mani e poi al terzo mese sugli avambracci in modo simmetrico. Dal terzo al quarto mese l’appoggio va sui gomiti e può diventare anche asimmetrico, perché così il bambino può ruotare la testa da un lato, spostare il carico su un gomito avere la mano libera per raggiungere un oggetto. L’appoggio sui gomiti a 4 mesi consente di avere le mani disponibili manipolare i giochi.
Dai due mesi il bambino inizia ad essere attratto dagli stimoli visivi, uditivi, che possono essere utilizzati per indurre il bambino a muoversi verso una direzione, per facilitarli, laddove fanno più fatica.
A quattro mesi il bambino impara a ruotare sul fianco e a giocare in tale posizione, mentre a sei mesi è in grado di eseguire autonomamente i rotoloni completi supino-prono e viceversa. Tale attività può essere facilitata fin dai primi mesi. Ad esempio ogni cambio pannolino, vestizione e svestizione può essere l’occasione per esercitare il rotolamento: invece di sollevarlo dal piano o alzargli le gambine, se ruoto il bambino più volte su un fianco e sull’altro per rimuovere il pannolino, pulirlo, rimettere il pannolino, vestirlo, eserciterò e gli faro esplorare lo spazio facendo ripetutamente il passaggio supino-fianco destro alternato al sinistro.
A sei mesi da prono ha un appoggio simmetrico sulle mani aperte e inizia ad avere un discreto controllo del tronco in posizione seduta.
Dopo gli otto mesi il piccolo inizia a caricare sulle braccia estese e sulle ginocchia contemporaneamente; si assiste quindi al primo tentativo di posizione quadrupedica che per 2 o 3 settimane consiste nel dondolamento avanti e indietro in questa postura. Mantiene la postura seduta con controllo.
A nove mesi in posizione prona il bambino è in grado di strisciare in avanti in maniera più o meno coordinata e con una preferenza di lato.
Tra i nove mesi e i dieci mesi gattona e fa i primi tentativi di arrampicarsi in stazione eretta, postura che viene raggiunta a undici/dodici mesi.
A dodici/tredici mesi raggiunge la stazione eretta senza sostegno che man mano diventa più sicura.
È fondamentale il lasciare il piccolo nelle posizioni che è capace di raggiungere da solo in modo che si possa arrangiare a scoprire piano piano le proprie potenzialità ed evolverle.
L’importante è che non ci sia un grande ritardo o anticipo delle tappe motorie ed è fondamentale che vengano sviluppate e sperimentate tutte progressivamente, senza saltarle.
Lo spazio
Porre il neonato (dopo una settimana o due dal rientro a casa) su un tappeto, libero di muoversi permette lo sviluppo di varie competenze neuropsicomotorie potendo arrangiarsi a prendere un gioco che si trova al suo fianco o appeso sopra di lui. È opportuno non facilitarlo troppo, non dargli il gioco alla prima insofferenza o al primo capriccio, ma lasciare che lo vada a prendere autonomamente. Chiaramente l’oggetto da raggiungere deve essere ad una distanza congrua, non troppo vicino, non troppo lontano. Si darà così ampio spazio alla libera iniziativa che pian piano lo porterà a imparare ad arrangiarsi, a contare sulle proprie forze ed iniziare ad esplorare lo spazio circostante. Questa esplorazione aumenterà di pari passo con le capacità via via acquisite e quindi inizierà a rotolare, strisciare, gattonare, ecc. spostandosi autonomamente e iniziando a scoprire lo spazio che lo circonda.
L’importanza del gattonamento
Il gattonamento è una fase molto importante, o meglio, “fondamentale”, per la crescita sia fisica che intellettiva del bambino. È una preparazione al cammino verticale e permette al piccolo di imparare a misurare e sperimentare lo spazio e ad orientarsi in esso, a spostarsi in modo ritmico, coordinato, alternato, a rendere automatica la sequenza del passo.
Dal punto di vista intellettivo le varie stimolazioni provenienti dall’attività ritmica, sequenziale, modulata delle mani che sostengono parte del corpo in quadrupedia, sono fondamentali per un fisiologico sviluppo neuropsicomotorio. Nell’esperienza di vari studiosi molti dei bambini che sono giunti alla loro attenzione per problemi di apprendimento scolastico hanno saltato lo striscio o l’andatura a carponi da piccoli. Spesso il recupero della tappa non effettuata ha portato a risultati positivi e ad un apprendimento migliore.
Un efficiente esercizio in vista della parola è il gattonare col bimbo, scandendo a ritmo col passo una semplice filastrocca: ad ogni appoggio di mano per terra corrisponde il suono di una parola. Il piccolo così potrà imparare con molta più facilità ad esprimere le parole, imitando con gesti motori la produzione verbale associata.
Dopo il gattonamento il bambino inizierà, passando per la posizione di mezzo cavaliere, ad aggrapparsi a mobili bassi, al divano. Inizierà dapprima la navigazione costiera con dei passi laterali. Poi prenderà coraggio e farà dei tentativi per staccarsi dal mobile e raggiungere un oggetto più distante dal piano. Man mano che acquisisce la stabilità e l’equilibrio, va incoraggiato ad avere fiducia in se stesso e a provare a camminare prima con un po’ di aiuto e poi da solo.
Inizialmente camminerà con una base d’appoggio allargata e le braccia a guardia alta, poi ridurrà la base d’appoggio e riuscirà a mantenere l’equilibrio con le braccia basse.
La prensione manuale
Dopo tre mesi è capace di portare le mani sulla linea mediana e anche alla bocca, manifesta la coordinazione mano-mano e a volte anche occhio-mano-bocca. Nel quarto mese porta con facilità e frequenza le mani alla bocca e successivamente, dopo la fine del quarto mese, il bambino riesce a prendere anche gli oggetti e a portarli alla bocca. Dal quarto alla fine del sesto mese il bambino migliora notevolmente l’uso delle mani.
Si può osservare che al quarto mese nel bambino è ancora presente una prensione in deviazione ulnare (quindi con polso deviato dal lato del mignolo). Mentre ad esempio quando il bambino stringe bene un oggetto sufficientemente grande si evidenzia una corretta deviazione radiale. Quando il bambino raggiunge la prensione radiale (entro il sesto mese) sarà capace di riconoscere gli oggetti presi, di spostare gli oggetti da una mano all’altra, di masticare, di vocalizzare.
Piedi e calzature
I piedi sono la base d’appoggio in stazione eretta ed è importante per il bambino sviluppare un buon equilibrio, un buon appoggio plantare e l’attivazione muscolare per potersi spostare. Nei primi mesi di vita il piede del bambino è solo parzialmente ossificato, è in via di crescita, di formazione. È quindi importante lasciare il piede il più libero possibile. Le scarpe vanno usate solo in caso di necessità, per il freddo e lo sporco; le scarpe non servono fino a che il piccolo non va in postura eretta.
Autrice
Tania Tesan, Dott.ssa in Fisioterapia, Osteopata D.O.
Bibliografia
Dott. Castagnini Mario, https://www.aerreci.org/